Se da una parte i doveri della badante prevedono l'assistenza e la cura dell’assistito, ma anche la sistemazione della casa e la preparazione dei pasti secondo le indicazioni dei familiari e/o del medico, dall'altra esistono diritti inderogabili che vanno garantiti ad ogni collaboratrice domestica.
Uno dei più importanti riguarda il vitto e l'alloggio: la badante convivente deve avere la sua stanza, nella quale poter riposare e riporre tutto ciò che le occorre.
Nel caso in cui la famiglia non metta a disposizione la stanza per la badante convivente, si riconoscerà alla lavoratrice un indennizzo per assenza di stanza privata pari a 250€ al mese in busta paga.
Dunque, badante e datore di lavoro possono concordare che, a causa di determinate scelte alimentari, o su esplicita richiesta della collaboratrice, l'alloggio, il vitto o entrambi, vengano corrisposti tramite un valore sostitutivo in denaro.
Per quanto riguarda la residenza, invece, la badante può chiedere di trasferire la stessa presso l'abitazione dell'assistito, oppure mantenere la propria. Non esiste alcun obbligo in questo senso.
Anzi, pur essendo convivente, la badante può conservare la sua residenza e farvi ritorno tutti i week-end, durante le canoniche 36 ore di riposo consecutive.
Qualora la collaboratrice che garantisce il servizio di assistenza in casa dovesse trasferire la residenza presso l'abitazione dell'assistito, quest'ultima sarà a tutti gli effetti anche la sua.
Pur restando a casa dell'assistito, però, alla collaboratrice non potrà essere demandata alcuna mansione, neppure di sorveglianza, pena l'obbligo di segnare le ore di lavoro come straordinari.