Con il termine disfagia si intende la difficoltà a deglutire alimenti solidi e liquidi. Ma in cosa consiste esattamente? Per comprendere il meccanismo alla base di questo disturbo, occorre pensare all’organismo umano come una macchina perfetta in termini di coordinazione e tempistiche. Nel momento in cui introduciamo del cibo, i muscoli della bocca e della gola lavorano in sinergia inviando l’alimento o il liquido ingeriti nell’esofago ovvero nel canale alimentare che conduce il cibo nello stomaco.
Nella disfagia questa sincronia viene a mancare. Bocca e gola non sono coordinate e ciò che viene ingerito, anziché passare nell’esofago, va nella trachea, nel canale quindi preposto alla respirazione. Questo è il passaggio potenzialmente pericoloso della disfagia in quanto l’aspirazione del cibo può dar luogo alla polmonite.
Esistono due tipi di disfagia. La prima, classificata come orofaringea, consiste nella difficoltà del passaggio di cibo solido o liquido dalla bocca all’esofago. La seconda, l'esofagea, riguarda invece la difficoltà che si presenta a livello dell’esofago.
La disfagia non è un problema da sottovalutare. Secondo quanto riportato dalla rivista ScienceDirect, è uno dei problemi sanitari più importanti e diffusi soprattutto tra la popolazione anziana mondiale. Spesso infatti gli over 65 presentano delle patologie che possono aumentare il rischio di disfagia, come ictus, neoplasie o morbo di Parkinson, e fattori di rischio come, per esempio l’uso di determinati farmaci.