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È obbligo della badante alzarsi la notte?

Uno dei quesiti più frequenti che figli e nipoti di persone allettate rivolgono agli esperti in materia e alle aziende che garantiscono il servizio è il seguente: "la badante deve alzarsi di notte se necessario?"

Sebbene possa sembrare una domanda di semplice risoluzione, fornire una risposta valida per ogni situazione non è affatto scontato. È opportuno, infatti, fare distinzione sulla base della tipologia di contratto stipulato, quindi bisogna capire bene qual è il significato legale del termine "dovere" e quali sono i suoi limiti.

Inoltre, è necessario distinguere tra dovere etico e contrattuale.

I contratti che prevedono la presenza della badante di notte presso il domicilio del paziente sono tre:

  • il contratto da badante convivente BS / CS / DS (presta assistenza a persone autosufficienti / presta assistenza a persone non autosufficienti pur non essendo formata / formata per prestare assistenza a persone non autosufficienti)
  • il contratto che prevede la sola presenza notturna della badante
  • il contratto di assistenza notturna

Per ognuno degli accordi appena citati, è vero o meno che la badante si deve alzare di notte?

Proviamo a rispondere analizzando i singoli casi, nonché le disposizioni legali presenti all'interno di ogni tipologia di contratto.

Assistenza notturna badante convivente

Se convivente, la badante si deve alzare di notte?

Il primo dei tre accordi che abbiamo citato, ovvero il contratto di convivenza, prevede 54 ore di lavoro settimanali e un massimo di 10 ore giornaliere. Le ore lavorative appena indicate sono diurne, pertanto devono essere espletate a partire dalle 6 del mattino ed entro le 22.

Inoltre, la badante deve poter godere di 11 ore continuative di riposo. Di conseguenza, qualora dovesse rendersi necessaria una prestazione lavorativa in orario notturno, questa non sarebbe prevista dal contratto.

Nel contratto da badante convivente è comunque inclusa la presenza notturna, nonostante questa non venga considerata assistenza.

Per tale motivo, alla lavoratrice non è consentito uscire di casa, se non in casi particolari.

Contratto di presenza notturna

Per i contratti che disciplinano la presenza notturna della badante non convivente è possibile fare un ragionamento simile a quanto fatto in precedenza.

In tal caso, l'accordo prevede la sola presenza della badante in orario notturno. Ciò vuol dire che la badante può addormentarsi e che la sua presenza è tesa unicamente a tranquillizzare il datore di lavoro e a dare l'allarme in caso di emergenze o peggioramenti improvvisi delle condizioni di salute dell'assistito.

La badante deve essere sempre presente presso il domicilio dell'assistito, ma non per assistere l'anziano.

Anche in questo caso, quindi, se dovesse rendersi necessaria una prestazione lavorativa in orario notturno, questa non sarebbe prevista dal contratto. Ciò vuol dire che se il paziente dovesse aver bisogno di assistenza, anche se di breve durata, la badante presterà certamente soccorso.

Questo è quanto stabilito dal CCNL (contratto collettivo nazionale di lavoro) di categoria.

Contratto di assistenza notturna

L'ultima situazione da analizzare è quella relativa alla richiesta di assistenza in orario notturno nei confronti di una badante dotata di regolare contratto di assistenza notturna.

Iniziamo col dire che in questo caso la situazione è assai differente rispetto a quella dei contratti descritti nei paragrafi precedenti. Infatti, la presenza notturna della badante non convivente prevede una prestazione lavorativa effettiva.

Il contratto stabilisce che la badante debba rimanere vigile per tutto il tempo ed assistere il paziente di notte, qualora ce ne fosse il bisogno. Pertanto, è evidente come quest'ultima tipologia di contratto preveda proprio il lavoro notturno e, quindi, l'assistenza in orario notturno rientri nel contratto stesso.

La badante è tenuta a restare sveglia per tutta la durata dell'orario di lavoro e ad alzarsi per soccorrere il paziente in caso di urgenza.

Il contratto di assistenza notturna, infatti, fissa un compenso orario superiore rispetto a quello di presenza notturna, motivato proprio dal fatto che la badante è tenuta a restare sveglia per assistere la persona.

Ogni forma di assistenza fornita è già coperta dalla paga oraria prevista per questo tipo di ruolo: di conseguenza, nessuno straordinario le sarà dovuto.

Come scegliere la badante notturna più adatta?

Le malattie e lo scorrere del tempo inducono milioni di persone a porsi il problema dell'assistenza notturna.

Per capire come muoversi e che genere di badante affiancare alla persona che ne ha bisogno, è necessario effettuare una corretta valutazione delle necessità notturne dell'assistito.

La sola presenza notturna di una badante non convivente potrebbe non essere la scelta giusta qualora il paziente avesse bisogno di assistenza 2 o 3 volte a notte (anche se dovesse trattarsi soltanto di accompagnarlo al bagno).

La domanda che deve porsi chi è chiamato a scegliere una badante notturna è: come trascorre le sue notti l'anziano?

Dorme regolarmente e ha bisogno soltanto di qualcuno che gli faccia compagnia, oppure è molto agitato, si alza spesso ed ha un costante bisogno di assistenza?

In quest'ultimo caso, sarà necessario optare per l'assistenza notturna di una badante pagata non solo per fare compagnia all'anziano, ma anche per prestare soccorso in caso di necessità.