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Sindrome dell'anziano fragile: come averne cura

Cosa si intende per fragilità e cosa comporta?

L’essere umano è una macchina complessa, costituita da più livelli collegati tra loro: la dimensione fisica, quella psicologica, cognitiva, spirituale e sociale.

Invecchiando, diventa inevitabile affrontare una netta riduzione delle riserve funzionali, condizione che finisce per esporre a un aumentato rischio di disturbi e patologie (sia cronici che transitori).

La condizione di vulnerabilità che riguarda l’organismo in questa fase della vita è in grado di alterare l’equilibrio individuale, esponendo di fatto la persona ad eventi negativi che trascendono la sfera fisica e che rischiano di coinvolgere anche quella psichica e sociale.

In questo caso è possibile parlare di fragilità dell’anziano.

La letteratura medica ha affrontato spesso l’argomento, definendo fragile l’anziano affetto da una stabilità precaria delle condizioni fisiche e cliniche, con un rischio elevato di complicanze che possono sfociare nella progressiva perdita di autonomia.

In genere, l’anziano fragile ha già oltrepassato i 75 anni ed è affetto contemporaneamente da più disturbi che rischiano di causarne l’ospedalizzazione, soprattutto in presenza di manifestazioni gravi o in seguito al riacutizzarsi di alcune malattie croniche.

Definizioni scientifiche riguardo la fragilità nell’anziano

Sono tanti i medici e gli autori che hanno trattato questo argomento nel corso del tempo.

Secondo Gobbens l’anziano fragile è colui che sperimenta quella condizione dinamica in grado di causare perdite funzionali riguardanti uno o più domini (psichico, fisico e sociale).

Tali perdite sono legate all’influenza negativa di numerose variabili individuali ed ambientali, capaci di causare danni evidenti.

Nel 2007 Charles Rockwood ha proposto un “indice di fragilità” (FI) basato sui deficit registrati nel corso degli anni e facenti parte di una specifica lista di patologie e disturbi legati all’età.

Tali definizioni si basano sul concetto secondo cui la fragilità è una condizione di “disorganizzazione fisiologica”, valutabile attraverso un’analisi delle malattie, dei deficit (sia cognitivi che fisici), dello stato funzionale e dei fattori di rischio.

Purtroppo, invecchiando si va incontro ad una marcata riduzione delle capacità funzionali degli apparati e degli organi, in grado di esporre l’individuo ad un elevato rischio di inconvenienti, capaci di causare importanti ripercussioni sulla qualità della vita.

Considerata la grande varietà delle cause alla base del processo (cliniche, biologiche, ambientali, etc), è molto difficile offrire una definizione precisa di fragilità e indicare con certezza i fattori scatenanti sui quali intervenire, sia in termini di prevenzione che di terapie.

I segni che caratterizzano la fragilità nell’anziano

In termini di cure e terapie riservate all’anziano, il concetto alla base della fragilità risulta particolarmente utile, in quanto semplifica l’approccio del personale medico, non più concentrato sulla singola patologia o sul distretto anatomico (ad esempio è normale nell’anziano l’ernia iatale), ma focalizzato su una visione più ampia, comprensiva di tutti gli ambiti dell’individuo.

La condizione di fragilità nell’anziano è caratterizzata da alcuni segni piuttosto evidenti, tra cui:

  • una importante perdita di peso (nell’ordine dei 4/5 Kg all’anno)
  • riduzione della forza fisica
  • riduzione della frequenza dei passi
  • riduzione delle funzionalità fisiche
  • stanchezza e affaticamento

La maggior parte degli ultra 75enni sono chiamati a fare i conti con condizioni fisiche precarie o critiche, sebbene tale situazione possa riguardare anche individui più giovani.

Il medico può ricostruire lo stato di salute dell’anziano fragile grazie ad alcune informazioni relative alla motricità, alle funzioni sensoriali, alle capacità cognitive, allo stile di vita e alle abitudini alimentari.

Analizzando i dati in questione, il medico ha la possibilità di individuare eventuali campanelli d’allarme, pianificando interventi efficaci e tempestivi.

Correggere i segnali più evidenti può tradursi in una minore esposizione alle patologie potenzialmente invalidanti e in una qualità della vita più elevata.

Assistere un anziano fragile

La fragilità è uno stato che spesso tende a manifestarsi in maniera improvvisa e prepotente, anche perché la quantità di disturbi e malattie che possono colpire la persona e renderla vulnerabile è molto ampia.

Questa condizione può determinare eventi a cascata potenzialmente irreversibili: una funzionalità muscolare ridotta predispone l’anziano fragile ad una peggiore termoregolazione e a un rischio più elevato di cadute.

Si osserva anche un calo delle difese immunitarie e un rallentamento delle capacità di recupero.

Oppure con l’incorrere di malattie specifiche, come l’Alzheimer o l’incontinenza.

Di conseguenza, diventa più frequente la necessità di cure mediche e ricoveri, nonostante ciascun intervento (soprattutto chirurgico) tenda ad indebolire ulteriormente il paziente, aggravandone lo stato di salute.

L’anziano fragile, infatti, necessita di un approccio particolare, garantito dal geriatra, responsabile della definizione di un programma ad hoc, improntato sulle necessità del paziente e sulle sue condizioni di salute.

La valutazione multidisciplinare serve ad individuare tempestivamente i deficit più importanti e a migliorare la qualità della vita dell’anziano mediante un supporto personalizzato.

Ad alleviare le condizioni dell’anziano fragile contribuiscono i familiari, ma soprattutto infermieri, OSS e fisioterapisti impegnati in un programma di assistenza domiciliare su misura.

A fornire tali servizi partecipa anche il poliambulatorio online EpiCura, in grado di raggiungere qualsiasi paziente in meno di 24 ore.

Aver cura dell’anziano fragile: consigli pratici

Il lavoro di squadra è fondamentale per offrire un supporto adeguato all’anziano fragile: è indispensabile affidarsi ad un’organizzazione forte, composta dal medico, dagli assistenti domiciliari come da esperti in riabilitazione.

Ecco perché affidarsi ad un poliambulatorio specializzato, in grado di assistere qualsiasi paziente, indipendentemente dal luogo del domicilio e dalle condizioni di salute dell’anziano.

Tali servizi servono anche a sollevare da responsabilità importanti i parenti coinvolti nell’assistenza, che avranno più tempo per se stessi e per i propri impegni.

È molto importante aver cura dell’alimentazione dell’anziano e della sua igiene personale: sarà opportuno mantenere elevata la frequenza dei bagni, onde evitare possibili infezioni.

Con l’avanzare dell’età si ha la tendenza a diventare più suscettibili, pertanto è preferibile aiutare l’anziano genitore solo quando strettamente necessario, lasciando che svolga autonomamente le attività che è ancora in grado di eseguire per conto proprio.

In caso contrario, l’anziano potrebbe impigrirsi o sentirsi svilito.

Quando il bagno non è necessario, è possibile ricorrere a spugnature o a detergenti senza acqua, tra cui shampoo secchi e salviette igieniche.

Ci sono numerose nuove tecnologie per l’anziano che aiutano a migliorarne la vita, cercate di farvi aiutare anche da queste.

Nel caso l’anziano denunci grosse difficoltà di movimento, allora sarà necessario restare sempre a disposizione, in modo da offrirgli assistenza per muoversi e deambulare.

Infine, occorre un’attenta progettazione della casa per l’anziano, che comprende dispositivi quali corrimano (da installare nei bagni, nei corridoi e negli altri ambienti critici) e deambulatori possono aumentare la sicurezza dell’anziano.