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Migliorare la memoria negli anziani: tecniche e strumenti utili

Cause della perdita di memoria negli anziani

Sono molte le cause legate alla perdita della memoria, sia a breve che a lungo termine e quasi tutte dipendono dall’età e da problemi ad essa collegati. Con l’avanzare dell’età, infatti, capacita di apprendimento e qualità della memoria tendono a deteriorarsi, anche in assenza di patologie gravi.

La perdita di memoria può derivare anche da problemi emotivi, come aver perso una persona amata o sentire la propria utilità sociale venir meno. In questi casi, la perdita di memoria è spesso accompagnata da stati depressivi.

Il deterioramento cognitivo lieve, inoltre, può essere un sintomo precoce dell'Alzheimer.

In questi casi, la perdita di memoria nell'anziano è provocata dall’accumulo della proteina “beta-amiloide” all’interno dei neuroni e dalla conseguente formazione di placche, che poco alla volta paralizzano i neuroni.

Tale condizione provoca un deterioramento della memoria progressiva, insieme ad evidenti problemi di orientamento.

Nella fase più critica, il paziente può mostrare una certa confusione, mancanza di orientamento anche in luoghi familiari e comportamenti ostili o aggressivi, derivanti dallo spaesamento provato.

Prevenire e curare la perdita di memoria

Per rallentare o prevenire la progressione della malattia di Alzheimer e di altri disturbi cognitivi sono necessari piccoli ma importanti accorgimenti relativi allo stile di vita, come:

  • una corretta alimentazione
  • un rapporto veglia/sonno adeguato
  • attività fisica costante 
  • una vita sociale attiva e soddisfacente.

Il cervello, infatti, funziona in maniera simile agli altri muscoli: di conseguenza, più viene impiegato e più facilmente resterà in forma a lungo.

Uno strumento molto importante per arrestarne il degrado è rappresentato dalla cosiddetta stimolazione cognitiva, un insieme di tecniche tese ad allenare e a rafforzare le capacità cognitive del paziente, tra cui attenzione, memoria, linguaggio e funzioni esecutive.

Le normali attività che stimolano le capacità cognitive hanno il potere di rafforzare le connessioni cerebrali, prevenendone il deterioramento.

Tuttavia, è necessario che la stimolazione cognitiva avvenga quotidianamente e con costanza, adattandosi alle esigenze del paziente: la presenza costante di una badante può essere in questi casi fondamentale.

Ecco alcune mansioni della badante che sono preziose per migliorare la memoria dell’anziano:

  • Aiuta l’assistito a dedicarsi quanto più possibile ai propri interessi e hobby, supportandolo nella praticare di attività che tengano allenata la mente;
  • Supporta l’anziano nello svolgimento di attività fisica, come le passeggiate all'aria aperta (sono numerose le ricerche che hanno evidenziato il collegamento tra esercizio fisico e buone funzionalità cerebrali);
  • Stimola a seguire una dieta sana ed equilibrata, supportando l'assistito nella preparazione dei pasti, seguendo eventualmente un menù tipo indicato dal medico.

Rimedi farmacologici per migliorare la memoria

Ogni trattamento della perdita di memoria dipende dalla causa scatenante: chi è affetto da demenza senile o Alzheimer dovrebbe essere seguito da medici specialisti, come neurologo, psichiatra o geriatra.

La diagnosi di queste patologie deriva tuttavia da un primo consulto medico, che consente la prescrizione di ulteriori esami specialistici per definire la situazione del paziente.

Tra i farmaci prescritti per la cura del morbo di Alzheimer figurano donepezil, rivastigmina, galantamina e memantina, utilizzata per le forme più severe.

Tuttavia l'utilizzo di questi rimedi non è priva di eventuali effetti collaterali relativi a capacità di parola, pensiero e memoria, per cui il medico, dopo un'attenta valutazione, può suggerire modifiche della terapia che consenta il rallentamento dei sintomi senza conseguenze indesiderate.

Ad oggi l’approccio più efficace nella lotta all’Alzheimer è rappresentato dalla prevenzione, in particolar modo nel caso di predisposizione e/o familiarità.

Un lavoro recentemente pubblicato sull'importante rivista scientifica JAMA Neurology, afferma che mediante un intervento teso a migliorare lo stile di vita del paziente (con sana alimentazione ed esercizio fisico costante) è possibile contrastare concretamente il declino funzionale e cognitivo anche nei soggetti predisposti geneticamente.

Uno stile di vita sano, in breve, è il modo migliore e più semplice non solo per prevenire i sintomi di patologie quali demenza senile e Alzheimer, ma anche per contrastarne gli effetti sulle capacità cognitive (come, appunto, la perdita di memoria).

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