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Gestire il diabete nell'anziano: linee guida

Il diabete nell'anziano

Il diabete è una malattia cronica causata da un eccesso di zuccheri nel sangue. Ciò avviene per effetto di un deficit della quantità e spesso, dell'efficacia dell'insulina, ormone prodotto dal pancreas, deputato al controllo della glicemia.

Esistono due tipologie di diabete:

  • il diabete di tipo 1, che rientra nel novero delle malattie autoimmuni, essendo causato da una sovrapproduzione di anticorpi che attaccano le cellule deputate alla secrezione dell'insulina, determinandone una forte riduzione. Questo tipo di diabete è tipicamente infantile, poiché si manifesta soprattutto durante l'infanzia e l'adolescenza
  • il diabete di tipo 2, che deriva da fattori ereditari o ambientali quali l'obesità, la sedentarietà, lo stress. Tuttavia, anche l'età gioca un ruolo fondamentale, essendo questa condizione tipica dell'età matura.

Il diabete di tipo 2 viene definito non insulino-dipendente poiché, a differenza del diabete di tipo 1, non viene gestito tramite iniezioni di insulina.

Il rischio di contrarre il diabete di tipo 2 quindi, aumenta parallelamente all'aumentare dell'età.

I dati epidemiologici ci dicono che una persona su cinque oltre i 75 anni è affetta da questa condizione. In Italia, il diabete mellito colpisce fino all'8% delle persone che hanno superato i 60 anni e fino al 12% di coloro che hanno più di 70 anni. Bisogna tener presente che tali cifre si riferiscono ai soli casi diagnosticati, ma non annoverano coloro che hanno il diabete ma non ne sono consapevoli.

Come si gestisce il diabete nei pazienti anziani?

È importante che la gestione della malattia avvenga in maniera rigorosa e puntuale, onde evitare gravi complicanze. Fondamentali sono l'attenzione alla dieta e all'attività fisica, ma anche la somministrazione dei farmaci, che deve considerare il grado di funzionalità renale dell'individuo.

Come accennato, i due principi cardine della gestione della malattia sono rappresentati dalla dieta e dall'attività aerobica; quest'ultima va effettuata costantemente e può essere alternata con esercizi di stretching o di resistenza.

È molto importante evitare la sedentarietà: il nostro consiglio è di alzarsi dalla sedia o dal divano almeno una volta ogni ora e sgranchire le gambe passeggiando per cinque o dieci minuti.

La cura dei soggetti diabetici anziani è complicata dalle differenze tra un individuo e l'altro, della quale il medico deve tenere conto. L'approccio multidisciplinare può fornire informazioni utili per l'inquadramento del paziente geriatrico. È importante perseguire determinati obiettivi glicemici, seppur non troppo ambiziosi, educare il paziente a un corretto stile di vita, adottare scelte terapeutiche personalizzate, prevenire le complicanze croniche e acute.

Un altro elemento importantissimo riguarda l'educazione dell'anziano diabetico all'automonitoraggio della glicemia. Per farlo, è bene scegliere glucometri con messaggio vocale incorporato o dotati di un display con numeri di grandi dimensioni. L'obiettivo principale è mantenere l'emoglobina glicata al di sotto del 7%; tuttavia, in caso di fragilità o impiego di farmaci a rischio ipoglicemia, la soglia sale all'8%. Questo perché in taluni soggetti l'ipoglicemia può aumentare il rischio di cadute, fratture, deficit cognitivo e problemi cardiovascolari.

Ma ora cerchiamo di capire quali sono i sintomi del diabete nell'anziano e come gestire una dieta per anziano diabetico.

Sintomi diabete anziano

Riconoscere il diabete di tipo 2 può essere complicato, poiché questa patologia comporta sintomi poco evidenti. Generalmente, il paziente presenta valori glicemici elevati senza ulteriori manifestazioni. Col passare del tempo, però, possono comparire sintomi specifici, tra cui:

  • Poliuria: questo termine fa riferimento all'aumentata frequenza con cui bisogna urinare. Il disturbo, diagnosticato quando la produzione giornaliera di urina supera i tre litri, è una delle conseguenze dell'eccesso di zuccheri nel sangue, per smaltire i quali i reni eliminano una maggior quantità di liquidi.
  • Polidipsia: a fronte di una maggior produzione di urina, l'organismo contrasta il rischio di disidratazione richiedendo quantità superiori di liquidi e, per farlo, aumenta lo stimolo della sete.
  • Astenia: un altro dei segnali cui fare attenzione è l'intensificarsi della stanchezza. Le alterazioni che colpiscono il metabolismo degli zuccheri possono causare spossatezza. Gli zuccheri, a causa della scarsità di insulina nel sangue o della risposta inadeguata dell'organismo alla sua presenza, non vengono sintetizzati; ciò lascia i muscoli e il cervello privi di energia.

Ai sintomi principali possono affiancarsene altri, tra cui una perdita di peso improvvisa e anomala, occhi secchi, una guarigione lenta delle ferite, frequenti episodi di candida genitale accompagnati da prurito intenso.

La dieta per l'anziano diabetico ha l'obiettivo di tenere sotto controllo la malattia ed evitare tutta una serie di possibili complicanze, alcune delle quali molto gravi. Gli anziani con diabete hanno un rischio più elevato di sviluppare demenza, incontinenza, disabilità, dolore cronico, disturbi del sonno, disidratazione, ictus, retinopatia, nefropatia, piede diabetico e infarto del miocardio. Questa condizione può contribuire, infine, a ridurre la tolleranza al dolore e interferisce con la funzionalità del sistema immunitario.

Diabete anziani dieta

L'alimentazione degli anziani con diabete non deve essere una privazione costante, ma il prodotto di alcuni accorgimenti fondamentali. Quando si parla di dieta per anziano diabetico, per forza di cose si tende a fare riferimento a 4 punti che, sebbene diversi tra loro, convergono verso lo stesso obiettivo: il miglioramento della qualità di vita del paziente. Ma quali sono questi 4 punti?

La gestione dei carboidrati, delle fibre, dei grassi e dell'apporto calorico. Partiamo dai carboidrati, dai quali dovrebbe provenire il 50-60% delle calorie giornaliere. Quelli che vanno limitati sono il saccarosio e il glucosio, che dovrebbero essere sostituiti con altri carboidrati.

I carboidrati possono essere divisi in due classi principali: quelli semplici (saccarosio, glucosio, lattosio e fruttosio) e quelli complessi (amido e destrine). I primi causano un rapido aumento della glicemia, mentre quelli complessi, contenuti in alimenti come legumi, pane, pasta, riso, patate e cereali, provocano un aumento della glicemia più lento. Le fibre sono molto importanti poiché riducono l'assorbimento di zuccheri e grassi. Di conseguenza, è fondamentale assumerne almeno 25-30 grammi al giorno. Il consumo di grassi, invece, va limitato, tanto da non superare il 30% delle calorie totali. È importante, infatti, evitare l'aumento del colesterolo.

Diabete anziano: linee guida

In presenza di diabete l'alimentazione dell'anziano va gestita in maniera oculata, come previsto dai protocolli epiCura e come sono abituati a fare i nostri professionisti specializzati in assistenza domiciliare.

Con l'avanzare dell'età, il fabbisogno calorico giornaliero tende a ridursi, pur essendo indispensabile un apporto equilibrato dei macro-nutrienti: carboidrati, lipidi e proteine. Aumentano, invece, le necessità dell'organismo legate all'assunzione di alcune vitamine (B, C, D e K) e minerali (calcio, ferro, fluoro).

È molto importante non trascurare le proteine: può essere utile ridurre quelle provenienti da fonti animali (carne, uova, formaggi e insaccati), alle quali andrebbero preferite quelle derivanti da legumi, pesce azzurro e cereali integrali. È utile ricordare che la cottura dei cibi può incidere negativamente sulla quantità delle vitamine assimilate, pertanto è opportuno non cuocerli troppo e usare recipienti coperti. Meglio preferire cotture come forno, griglia, arrosto, bollitura e vapore.

Infine, non va dimenticato che il fabbisogno idrico di un soggetto con diabete è destinato ad aumentare (sebbene vada concordato con il medico, soprattutto in presenza di insufficienza renale e/o cardiaca), in modo da prevenire eventuali casi di disidratazione, legati alla riduzione del senso di sete tipico dell'età o secondari all'uso di farmaci (ad es. diuretici). A tal proposito, è necessario utilizzare poco sale: l'OMS raccomanda di non superare i 5 grammi al giorno, facendo attenzione alle fonti nascoste di sale (come per esempio insaccati, prodotti a lunga conservazione ecc... ).