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Cosa non fare con un malato di Alzheimer

In Italia sono 600.000 gli anziani che soffrono di Alzheimer

Declino cognitivo, perdita progressiva della memoria, disturbi dell’umore e del comportamento sono soltanto alcuni dei sintomi dell’Alzheimer, una patologia che secondo la rivista PubMed non solo è la forma più comune di demenza senile, ma anche la più difficile da affrontare per i familiari del malato.

Nel nostro Paese sono più di 600.000 gli anziani che soffrono di Alzheimer, ma questi numeri sono destinati a crescere a causa del progressivo invecchiamento della popolazione. Diventa quindi indispensabile imparare a conoscere questa malattia e soprattutto capire come rapportarsi con chi ne è affetto.

In questo articolo vedremo quali sono le 7 cose da non fare con un malato di Alzheimer e come affrontare le eventuali crisi di aggressività.

Quali sono i sintomi dell'Alzheimer?

L’Alzheimer è una malattia di cui ancora non conosciamo con esattezza le cause e i fattori scatenanti. Quello che però abbiamo compreso, grazie a numerosi studi il cui esito è stato pubblicato su The Lancet, è che i percorsi biologici che portano alla comparsa di questa patologia degenerativa iniziano molti anni prima della manifestazione clinica dei sintomi.

Il quadro sintomatologico è chiaro e inequivocabile. Il paziente mostra una progressiva perdita di memoria relativa alle informazioni più recenti, dimentica date importanti o ripete più volte un discorso perché dimentica di averlo già fatto. Spesso ha difficoltà a portare a termine compiti abituali come, per esempio, guidare lungo un tragitto familiare o cucinare. I sintomi dell'Alzheimer includono anche un disagio crescente nel leggere, nel calcolare le distanze o nel proseguire un discorso.

A preoccupare di più familiari e assistenti domiciliari però sono i disturbi del comportamento: il malato di Alzheimer può cambiare non solo il suo umore in maniera repentina ma anche la sua personalità. Non è raro infatti assistere ad attacchi di rabbia e violenza difficili da gestire.

7 cose da non fare con i malati di Alzheimer

L'Alzheimer è una malattia capace di complicare il rapporto del malato con il mondo esterno ma soprattutto quello con i familiari. Non esiste nessuna cura per questa patologia, tutto quello che possiamo fare è imparare a riorganizzare la propria vita e quella del nostro caro, evitando alcune situazioni o discorsi che possono turbare il suo benessere. In questo modo possiamo semplificare anche il rapporto tra Alzheimer e badanti: assistere questo tipo di malati può mettere a dura prova la resistenza soprattutto psicologica degli assistenti domiciliari.

  1. Correggere un errore

Non esiste una buona ragione per contraddire un malato di Alzheimer nel momento in cui dice qualcosa di sbagliato. Se è ancora abbastanza vigile, si renderà conto di aver commesso un errore. Se è abbastanza avanti con la malattia, non comprenderà lo sbaglio e la correzione potrebbe comunque risultare frustrante.

2. Forzare i ricordi

Uno degli errori più comuni che spesso facciamo con un malato di Alzheimer è sollecitare i suoi ricordi soprattutto in giorni particolari. Attenzione, allenare la memoria con foto e aneddoti è un esercizio utile ma è importante non forzare la mano e soprattutto non nutrire nessuna aspettativa. I nostri cari non riescono a controllare la loro memoria, possono ricordare oggi ma dimenticare domani.

3. Discutere

In realtà qualsiasi contestazione non solo è inutile ma può sconvolgere il suo benessere o addirittura scatenare una crisi di rabbia. Il consiglio è quello di cambiare argomento e passare oltre, parlando di qualcosa di piacevole e allegro.

4. Prenderla sul personale

Le reazioni verbali di un malato di Alzheimer sono imprevedibili e può capitare di sentirsi offesi da qualche frase o giudizio. Il segreto è non arrabbiarsi e soprattutto non prenderla mai sul personale.

5. Ricordare la morte di una persona cara

Il malato di Alzheimer dimentica la morte dei suoi cari e tende a parlarne come se fossero ancora vivi. Non correggiamolo a meno che non ci rivolga la domanda diretta: la notizia potrebbe non solo colpirlo duramente ma il rischio è che la dimentichi qualche istante dopo.

6. Voltare le spalle

I nostri cari affetti da questo disturbo degenerativo hanno bisogno di ascoltarci ma anche di vedere il nostro volto: la mimica del corpo infatti li aiuta a cogliere il significato di ciò che stiamo dicendo. Cerchiamo di imitare la loro posizione e di non perdere mai il contatto visivo.

7. Offrire troppo spesso il nostro aiuto

Nei primi stadi della malattia è importante offrire il nostro aiuto solo quando è richiesto oppure imposto dalla situazione. Se esageriamo infatti, l’anziano penserà di essere diventato un inetto che non riesce a fare più nulla da solo. Sorvegliamolo con discrezione senza invadere il suo spazio.

Alzheimer e aggressività: cosa fare?

Il sintomo che preoccupa di più i familiari e i badanti di un malato di Alzheimer è l’aggressività verbale, la più frequente, ma anche quella fisica.

Come si fa ad affrontare questi momenti così particolari? La prima cosa da fare è mantenere la calma, cercando di dirottare l’attenzione verso qualcosa di piacevole. In questo momento è fondamentale mantenere un tono di voce rassicurante, calmo e il più possibile tranquillo. Non serve a nulla rispondere male oppure cercare di limitare l’aggressività con un atteggiamento di sfida, anche da un punto di vista strettamente fisico.

Se ci accorgiamo di non riuscire a gestire al meglio questo momento, è preferibile uscire dalla stanza, facendo attenzione all’incolumità fisica del malato ma anche alla nostra. Passata la crisi, arriva il momento di due piccole riflessioni. La prima è comprendere se esiste una causa scatenante che si ripete nel tempo come un comportamento, un segnale, un piccolo tic: riconoscere l’antefatto delle crisi può aiutare a prevenirla. In seconda battuta è necessario parlare con qualcuno di quello che succede ma soprattutto di come ci sentiamo: questo elemento è indispensabile per prevenire stati d’animo negativi che possono condurci al burnout e all’esaurimento fisico ed emotivo.

L’Alzheimer è una malattia subdola e difficile da affrontare. Il nostro consiglio è quello di richiedere il supporto di un badante o di un assistente domiciliare qualificati e di non affidarsi al fai da te. Questi professionisti infatti sono gli unici che possono aiutare a gestire al meglio questa patologia, garantendo un buon livello di benessere e tranquillità all’assistito ma anche alla sua famiglia.

Badanti di epiCura: al fianco dei malati di Alzheimer

Molti anziani non autosufficienti sono anche affetti da patologie destabilizzanti. Soprattutto in questi casi, scegliere la badante giusta è una nostra priorità. In caso di anziano malato di Alzheimer, il processo di selezione diventa ancora più serrato perché puntiamo a trovare assistenti domiciliare con esperienza non solo nel ruolo, ma anche con questa forma di demenza. Richiedi ora un preventivo gratuito e senza impegno per ricevere una chiamata dai nostri consulenti.