Un altro fattore da considerare sono i farmaci che l'anziano assume. Alcuni farmaci infatti possono aumentare il rischio di caduta, specialmente quando vengono assunti contemporaneamente. Sedativi, analgesici, ansiolitici e terapie per malattie cardiovascolari possono causare sonnolenza, ipotensione e vertigini come effetti collaterali, aumentando così il rischio di caduta. È importante quindi che l'anziano discuta con il medico tutti i farmaci che sta assumendo e ne valuti gli effetti collaterali.
Anche malattie croniche possono anche contribuire al rischio di caduta negli anziani. Patologie come l'artrite, il morbo di Parkinson, la sordità o l'Alzheimer possono influire sull'equilibrio, la forza fisica e i tempi di reazione dell'anziano. La riabilitazione può svolgere un ruolo importante nel favorire la ripresa fisica, funzionale e cognitiva dell’anziano. Non dimentichiamoci inoltre che l'invecchiamento stesso può portare a una diminuzione del visus e a problemi di visione che aumentano il rischio di caduta. La cataratta, la degenerazione della retina o il glaucoma possono ridurre la capacità di percepire gli ostacoli o gli avvallamenti del terreno. In alcuni casi, interventi chirurgici come la sostituzione dell'anca possono incidere sulla forza e sull'equilibrio delldell'anziano, causando disagio, dolore e affaticamento. È fondamentale prendersi cura della vista dell'anziano e garantire che venga effettuato un controllo oculistico regolare per individuare eventuali problemi visivi e prendere le misure appropriate.
Le cadute improvvisate possono manifestarsi anche attraverso vertigini, collassi o sincope. Durante un collasso, l'anziano cade senza perdere conoscenza o avvertire giramenti di testa, mentre durante una sincope la caduta è accompagnata dalla perdita di conoscenza causata da una riduzione del flusso sanguigno al cervello. Questi eventi richiedono un'attenzione immediata e una valutazione medica approfondita per identificarne la causa sottostante.