A differenza di quanto avviene in una relazione normale, in cui i sentimenti reciproci creano un rapporto piacevole e "positivo", la dipendenza affettiva manca di reciprocità e può diventare pericolosa.
Questa condizione, infatti, può rivelarsi inappropriata e negativa, in quanto senza la presenza del partner, il soggetto dipendente percepisce la propria esistenza come insignificante, rinunciando pian piano alle proprie necessità e ai propri spazi.
Ma quali sono le cause e come si sviluppa tale sentimento?
Innanzitutto, è legato a fattori psicologici individuali.
La predisposizione a sviluppare dipendenze, infatti, può essere legata a comportamenti e disturbi riferibili allo spettro impulsivo-compulsivo.
A dimostrarlo è il fatto che la patologia è spesso accompagnata da altre condizioni di natura psicologica: ansia e depressione, bassi livelli di autostima, disturbo post-traumatico da stress.
La dipendenza affettiva obbliga il soggetto che ne soffre a placare i propri timori (solitudine, rifiuto, etc.) idealizzando alcune fantasie romantiche.
Il legame che si crea col partner attenua le paure più frequenti, illudendo il paziente di poter risolvere in questo modo le proprie carenze in termini di autostima.
Anche alcuni fattori biologici hanno la loro importanza. Secondo studi recenti, infatti, la dipendenza affettiva è legata alla compromissione dei circuiti neurali della dopamina, neurotrasmettitore direttamente coinvolto nei meccanismi di dipendenza.
Basti pensare che la dopamina viene rilasciata allo stesso modo durante l'uso di droga e nelle situazioni appena descritte, essendo il cervello "addestrato" a produrre tale sostanza in seguito a particolari situazioni e comportamenti ritenuti piacevoli, tra cui la vicinanza alla persona amata.
Questo meccanismo è stato dimostrato anche mediante esami di neuroimaging.