È necessario prendere coscienza del fatto che il problema che coinvolge la persona cara stravolge le regole relazionali instaurate in precedenza.
Come spiega Chiara Sciascia, accade spesso che le famiglie non riconoscano il problema dell'anziano e, di conseguenza, litighino con il malato perché non ricorda determinati avvenimenti.
Questo tende a far vivere con disagio la situazione al malato, ma provoca anche una rabbia non sana da parte della famiglia.
È estremamente importante che, per la tranquillità di tutti, ci si impegni per conoscere, e quindi accettare gradualmente, la malattia: il primo passo per comprendere come affrontare l'Alzheimer di un nostro caro, è quello di prendere coscienza della situazione.
È bene infatti che l’accettazione della malattia sia quotidiana, ed è necessario che si comprenda che il malato non tornerà più ad essere la persona di un tempo.
Nonostante questo triste cambiamento, infatti, ciò che non cambia è la possibilità di stare insieme e volersi bene.
Non sempre, però, si riesce ad affrontare la situazione in modo semplice. Ecco perché in questi casi, per accettare la malattia del familiare malato di Alzheimer sarebbe bene richiedere un supporto psicologico.
Le ripercussioni sul proprio benessere in seguito alla gestione di una persona con l'Alzheimer non sono, infatti, da sottovalutare. se un caro anziano soffre di questa malattia, ne risentirà anche tutto il resto della famiglia.
Ciò che può accadere alla famiglia se affida l'anziano alle cure di una struttura esterna è quello di provare un forte senso di colpa per aver mandato la persona malata fuori dalla propria casa, affidata a cure di estranei.
Capiteranno casi in cui ci si sentirà in colpa perché si vorrebbe maggiore tempo da dedicare alla propria vita, ai propri impegni e interessi, senza che però ne risenta la relazione con il proprio caro, che, secondo noi, potrebbe sentirsi un peso.
Vi saranno invece altri momenti in cui si vivranno situazioni spiacevoli con il malato di Alzheimer, momenti di forte nervosismo e persino aggressività, a cui non si è preparati e non si sa bene come comportarsi con l'anziano malato.
La malattia, col suo progredire, porta tipicamente ad una grande confusione e ad un senso di disorientamento riguardo agli spazi e al tempo: questo provoca molta agitazione e spesso una forte ansia.
Anche la capacità di gestire molti stimoli insieme diminuisce, per cui ambienti poco ordinati o rumorosi possono dare origini a reazioni difensive da parte del malato.
È importante che il caregiver non venga colto impreparato dai momenti di forte agitazione perché la sua pazienza e la sua comprensione sono fondamentali.
Essere un punto di riferimento per il paziente significa anche dimostrarsi disponibili a capire con lui che cosa lo mette a disagio, per cercare una soluzione o permettergli di dar voce al proprio malessere.
Richiedere un supporto psicologico online, in tutti i casi, non è un segno di debolezza ma di grande forza. Solo così si potrà affrontare la situazione e saperla gestire con fermezza.